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L’attività del Comitato NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI (DICEMBRE 2011- MARZO 2018)
Il COMITATO NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI venne costituito il 16 dicembre 2011, con la denominazione di Comitato No Impianto Biomasse INALCA.
Nel momento della costituzione del Comitato, infatti, la minaccia principale al nostro territorio era costituita dal progetto di realizzazione, in comune di Castelvetro, frazione di Settecani, al confine con i Comuni di Castelnuovo Rangone e Spilamberto, di un impianto per produrre energia funzionante a olio combustibile estratto da cascami di macellazione e carcasse animali non destinabili, in base alle norme italiane ed europee, né al consumo umano, né alla produzione di mangimi.
Nel 2015, avendo il Comitato iniziato a occuparsi anche di problematiche diverse da quelle del progetto INALCA, l’azienda interessata ci ha chiesto di tenerne conto nella nostra denominazione. Abbiamo così modificato la “ragione sociale” in quella attuale. Vogliamo sottolineare che la dizione “NO IMPIANTI BIOMASSE” è stata mantenuta per non cambiare il “marchio” che, ormai, aveva acquisito un’ampia notorietà. Ciò non significa che siamo contrari per principio ad ogni impianto costruito da privati per la produzione di energia, anche da commercializzare, purché siano rispettate le normative esistenti e si adottino tutte le cautele possibili a difesa dell’ambiente e della salute degli abitanti.
L’ azione del Comitato, dalla sua costituzione ad oggi, si è articolata su quattro filoni principali:
  1. L’opposizione alla costruzione del progettato impianto a biomasse animali INALCA
  2. L’intervento contro il progetto di impianto a biomasse SERRE AGRIVISION di SETTECANI
  3. La verifica critica sul PROGETTO ODORI promosso dal Comune di Castelnuovo Rangone
  4. Proposta ai Comuni di una bozza di regolamentazione per gli impianti a bioma


  1. Il PROGETTO INALCA
Questo progetto prevedeva la costruzione di un “rendering” (impianto per la trasformazione di 30.000 tonnellate l’anno di carcasse in grasso combustibile) e l’installazione di due grossi motori marini il cui combustibile avrebbe dovuto essere appunto il grasso ricavato dal “rendering”. Il funzionamento di questa struttura avrebbe prodotto energia elettrica, principalmente da vendere, ed energia termica da utilizzare nello stabilimento di macellazione / trasformazione carni. Questa realizzazione, secondo i nostri studi (e non solo i nostri), avrebbe avuto un impatto devastante sulla vivibilità dei nostri territori e sulle loro produzioni agricole di pregio in termini di emissioni nocive e maleodoranti, aumento del traffico, ecc…A nostro parere, inoltre, il progetto presentava rilevanti aspetti di incongruenza con le normative nazionali e regionali.
L’ attività del Comitato si è sostanziata in:
  • analisi del progetto;
  • raccolta di otre 6.000 firme contro il progetto;
  • assemblee nei comuni interessati (Castelvetro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto);
  • incontri con i Sindaci di tre comuni e con la Provincia di Modena;
  • decine di comunicati e volantini diffusi fra i cittadini e alla stampa;
  • ricorso al TAR (finanziato con una sottoscrizione pubblica);
  • esposto alla Procura della Repubblica.
L’ atteggiamento dell’Amministrazione Comunale di Castelvetro di quel periodo (Sindaco Montanari), fin dall’’ inizio della vertenza, fu di totale acquiescenza alle posizioni dell’azienda.
Il progetto INALCA, (ad oggi, febbraio 2018) è fermo, anche se la Società non ha mai detto di avervi rinunciato. La stessa costruzione del “rendering”, pur approvata da anni dalla Provincia, non ha preso avvio.
Stiamo rinnovando la presentazione del Ricorso al TAR (adempimento dovuto, essendo passati 5 anni dalla presentazione, senza che l’organo di giustizia amministrativa si sia pronunciato).
Non abbiamo avuto notizie sull’ esito dell’esposto alla Procura.


  1. LE SERRE AGRIVISION DI SETTECANI
Nel corso del 2014, i Cittadini della frazione di Settecani, hanno chiesto al Comitato di farsi carico di una nuova battaglia. Quella contro un impianto a biomasse (cippato di legno) che sarebbe dovuto sorgere in territorio del Comune di Spilamberto, al confine con le aree densamente abitate della frazione di Settecani, insistenti nei comuni di Castelvetro e Castelnuovo Rangone. Tale impianto (presentato dalla Società AGRIVISION come SERRE RISCALDATE per la produzione di ortaggi) prevedeva 4 centrali per la generazione di energia di potenza complessiva superiore ai limiti di legge.
L’ opposizione dei cittadini di Settecani, supportati da questo Comitato era motivata dal rischio di danni alla salute e all’ ambiente prodotti dalle emissioni dell’impianto (CO2, fumi, rumori, odori, polveri, ecc.). Come nel caso precedente ci siamo mossi con lo studio del progetto, assemblee, raccolta di firme, comunicati stampa, volantini, incontri con i Sindaci. E’ stato così che, anche in questo caso, abbiamo rilevato, nel progetto, palesi violazioni della normativa regionale (Delibera Assemblea Regionale 51/2011 e relativo regolamento). Abbiamo quindi segnalato il fatto alla Provincia di Modena (vedi la raccomandata inviata – Allegato 3) che ha poi negato l’autorizzazione.
  1. IL PROGETTO ODORI DEL COMUNE DI CASTELNUOVO
Nel 2017 siamo venuti a conoscenza del PROGETTO ODORI messo in atto dal Comune di Castelnuovo Rangone. E’ noto che nel capoluogo di questo comune sono presenti insediamenti industriali che operano nella filiera delle carni, le cui emissioni di odori nauseabondi costituiscono da tempo un fattore di estremo disagio per gli abitanti. Il progetto del Comune ha l’obiettivo di monitorare queste emissioni, anche con l’ausilio di ARPAE e dei suoi strumenti tecnici (es. il c.d. naso elettronico), e di operare una sorta di “moral suasion” nei confronti delle aziende, affinché adottino misure che migliorino la situazione.
Queste ultime, dal canto loro, tengono atteggiamenti dilatori prendendo impegni generici e accampando tutte le motivazioni immaginabili per evitare di investire denaro in strumentazioni tecniche (già presenti sul mercato) che potrebbero eliminare o ridurre drasticamente le emissioni. L’impotenza dell’Amministrazione Comunale di fronte a queste posizioni delle aziende interessate, è apparsa chiaramente nel convegno tenutosi a Castelnuovo il 24 marzo 2017, il quale, pur in presenza di un rapporto di Arpae che individuava chiaramente le fonti di inquinamento, si è concluso senza alcun impegno concreto.
Abbiamo chiesto al Sindaco Paradisi, eletto nel 2017, di essere coinvolti nella verifica del progetto, che nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrebbe tenersi nel corso del 2018.


In sintesi, in oltre 6 anni di attività, il Comitato NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI, in conformità con i suoi scopi statutari, ha svolto, nei limiti delle proprie forze, una funzione di tutela della salute dei cittadini e della vivibilità complessiva del territorio ispirandosi a questi principi di fondo:
  • intervenire a fronte di fatti concreti sollevati da gruppi di cittadini che vivono problemi e preoccupazioni reali come i timori per quello che si respira, quello che si mangia, per il disagio di abitare in un luogo a rischio, per la perdita di valore della propria casa, frutto dei sacrifici di una vita;
  • agire senza pregiudiziali verso le attività imprenditoriali di qualsiasi tipo, ma esigere il rispetto delle norme poste a tutela della salute dei cittadini e dell’ ambiente e l’adozione delle migliori soluzioni tecniche esistenti sul mercato per la riduzione di rischi di inquinamento;
  • affrontare i problemi, in primo luogo, attraverso il confronto con le istituzioni elette dai cittadini;
  • comunicare in modo trasparente i dettagli delle azioni intraprese e i loro risultati ;
Abbiamo purtroppo dovuto constatare che gli amministratori pubblici, pur con sfumature diverse:
- spesso non tengono nel dovuto conto il fatto di amministrare territori già largamente inquinati (lo dice la mappa della Regione che riportiamo all’allegato1, ricavata dalla Delibera dell’Assemblea Regionale n.51/2011). Ebbene, la ricchezza di questi territori, è in larga parte costituita dalle produzioni agricole di pregio (lambrusco, ciliegia, aceto balsamico, frutta, ortaggi, ecc) particolarmente sensibili alle emissioni inquinanti;
- non hanno la lungimiranza di coinvolgere i cittadini prima che decisioni non motivate adeguatamente producano situazioni di allarme;
- dimostrano scarsa conoscenza, così come i loro funzionari, dei contenuti di leggi nazionali e regionali poste a tutela della salute pubblica e dell’ambiente;
- quando insorge un problema, anziché documentarsi e confrontarsi con i cittadini, spesso rilasciano dichiarazioni incaute con l’immancabile accusa di “sollevare polveroni”, di “creare allarmismi” e di essere pregiudizialmente contrari ad ogni iniziativa di sviluppo economico.
Per parte nostra, speriamo almeno di aver creato, anche negli amministratori pubblici, un minimo di sensibilità e di consapevolezza sul rispetto di regole che, per il ruolo a cui sono stati eletti, dovrebbero conoscere e far applicare.
Nei casi che abbiamo seguito, infatti, abbiamo dovuto constatare come la logica esasperata del profitto privato porti a sottovalutare e, in alcuni casi, ad eludere le norme poste a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini e a non adottare le soluzioni per la riduzione dei rischi (ad esempio: filtri, postcombustori, torri di desolforazione, ecc..) messe a disposizione dalla moderna tecnologia.


  1. LA NECESSITA’ DI UNA REGOLAMENTAZIONE UNIFORME DELLE BIOMASSE
Nella fase attuale, il principale obiettivo di questo Comitato è l’adozione, da parte dei singoli comuni o, preferibilmente, nell’ambito dell’ Unione dei Comuni di TERRE DI CASTELLI, di un regolamento che disciplini gli insediamenti di impianti a biomasse nel rispetto della normativa regionale, precisando altri aspetti non coperti da questa (es. soluzioni tecniche per ridurre le emissioni inquinanti, distanze minime dai centri abitati, sistema dei controlli sulla provenienza delle biomasse, ecc…).Sarebbe importante anche per dare, non solo ai cittadini, ma anche alle aziende che intendano investire nel settore dell’energia o in altri campi, un quadro di certezze su cosa si può fare e cosa invece no. In questo modo si potrebbero evitare iniziative che, oltre a creare apprensione e sacrosante proteste fra i cittadini, possono comportare, per le aziende, investimenti al buio che poi rischiano di rimanere improduttivi (vedi Serre di Settecani). Di seguito (Allegato 2) potete trovare la nostra proposta di regolamentazione, presentata a tutti i Comuni dell’Unione Terre di Castelli.
Sulla base del sintetico resoconto delle nostra attività dal 2011 ad oggi (Marzo 2018), che aggiorneremo annualmente, riteniamo di poter chiedere a tutti i cittadini che sentano l’esigenza di difendere l’ambiente e, con esso, la salute di tutti, di:
  • segnalare a questo comitato (E-mail: comitatonoimpiantibiomassetdc@gmail.com) situazioni in cui questa esigenza sia trascurata da aziende e/o amministrazioni pubbliche, per avere consigli e/o concordare azioni comuni;
  • dare il proprio contributo in termini di attività volontaria o di sostegno economico sul CC del COMITATO NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI avente IBAN:
IT 54 X 05034 66710 00000000 4343


Presidente: Paolo Zanotti, Castelvetro, pzanotti5@gmail.com

Vicepresidente: Claudio Scaltriti, Spilamberto, mr.scaltro@tiscali.it



Il Comitato No Impianto a Biomasse Inalca ha sede in Via destra Guerro 63/3 - 41014 Castelvetro (MO)

Mail: info@noinceneritoreinalca.it

 



Codice Fiscale n°  94163630364

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