L’attività del Comitato NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI
(DICEMBRE 2011- MARZO 2018)
Nel momento della costituzione del Comitato,
infatti, la minaccia principale al nostro territorio era costituita
dal progetto di realizzazione, in comune di Castelvetro, frazione di
Settecani, al confine con i Comuni di Castelnuovo Rangone e
Spilamberto, di un impianto per produrre energia funzionante a olio
combustibile estratto da cascami di
macellazione e carcasse animali non
destinabili, in base alle norme italiane ed europee, né al consumo
umano, né alla produzione di mangimi.
Nel 2015, avendo il Comitato iniziato a
occuparsi anche di problematiche diverse da quelle del progetto
INALCA, l’azienda interessata ci ha chiesto di tenerne conto nella
nostra denominazione. Abbiamo così modificato la “ragione sociale”
in quella attuale. Vogliamo sottolineare che la dizione “NO
IMPIANTI BIOMASSE” è stata mantenuta per non cambiare il “marchio”
che, ormai, aveva acquisito un’ampia notorietà. Ciò non significa
che siamo contrari per principio ad ogni impianto costruito da
privati per la produzione di energia, anche da commercializzare,
purché siano rispettate le normative esistenti e si adottino tutte
le cautele possibili a difesa dell’ambiente e della salute degli
abitanti.
L’ azione del Comitato, dalla sua
costituzione ad oggi, si è articolata su quattro filoni principali:
-
L’opposizione alla costruzione del progettato impianto a biomasse animali INALCA
-
L’intervento contro il progetto di impianto a biomasse SERRE AGRIVISION di SETTECANI
-
La verifica critica sul PROGETTO ODORI promosso dal Comune di Castelnuovo Rangone
-
Proposta ai Comuni di una bozza di regolamentazione per gli impianti a bioma
-
Il PROGETTO INALCA
Questo progetto prevedeva la costruzione di un
“rendering” (impianto per la trasformazione di 30.000 tonnellate
l’anno di carcasse in grasso combustibile) e l’installazione di
due grossi motori marini il cui combustibile avrebbe dovuto essere
appunto il grasso ricavato dal “rendering”. Il funzionamento di
questa struttura avrebbe prodotto energia elettrica, principalmente
da vendere, ed energia termica da utilizzare nello stabilimento di
macellazione / trasformazione carni. Questa realizzazione, secondo i
nostri studi (e non solo i nostri), avrebbe avuto un impatto
devastante sulla vivibilità dei nostri territori e sulle loro
produzioni agricole di pregio in termini di emissioni nocive e
maleodoranti, aumento del traffico, ecc…A nostro parere, inoltre,
il progetto presentava rilevanti aspetti di incongruenza con le
normative nazionali e regionali.
L’ attività del Comitato si è sostanziata
in:
-
analisi del progetto;
-
raccolta di otre 6.000 firme contro il progetto;
-
assemblee nei comuni interessati (Castelvetro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto);
-
incontri con i Sindaci di tre comuni e con la Provincia di Modena;
-
decine di comunicati e volantini diffusi fra i cittadini e alla stampa;
-
ricorso al TAR (finanziato con una sottoscrizione pubblica);
-
esposto alla Procura della Repubblica.
L’ atteggiamento dell’Amministrazione
Comunale di Castelvetro di quel periodo (Sindaco Montanari), fin
dall’’ inizio della vertenza, fu di totale acquiescenza alle
posizioni dell’azienda.
Il progetto INALCA, (ad oggi, febbraio 2018) è
fermo, anche se la Società non ha mai detto di avervi rinunciato. La
stessa costruzione del “rendering”, pur approvata da anni dalla
Provincia, non ha preso avvio.
Stiamo rinnovando la presentazione del Ricorso
al TAR (adempimento dovuto, essendo passati 5 anni dalla
presentazione, senza che l’organo di giustizia amministrativa si
sia pronunciato).
Non abbiamo avuto notizie sull’ esito
dell’esposto alla Procura.
-
LE SERRE AGRIVISION DI SETTECANI
Nel corso del 2014, i Cittadini della frazione
di Settecani, hanno chiesto al Comitato di farsi carico di una nuova
battaglia. Quella contro un impianto a biomasse (cippato di legno)
che sarebbe dovuto sorgere in territorio del Comune di Spilamberto,
al confine con le aree densamente abitate della frazione di
Settecani, insistenti nei comuni di Castelvetro e Castelnuovo
Rangone. Tale impianto (presentato dalla Società AGRIVISION come
SERRE RISCALDATE per la produzione di ortaggi) prevedeva 4 centrali
per la generazione di energia di potenza complessiva superiore ai
limiti di legge.
L’ opposizione dei cittadini di Settecani,
supportati da questo Comitato era motivata dal rischio di danni alla
salute e all’ ambiente prodotti dalle emissioni dell’impianto
(CO2, fumi, rumori, odori, polveri, ecc.). Come nel caso precedente ci
siamo mossi con lo studio del progetto, assemblee, raccolta di firme,
comunicati stampa, volantini, incontri con i Sindaci. E’ stato così
che, anche in questo caso, abbiamo rilevato, nel progetto, palesi
violazioni della normativa regionale (Delibera Assemblea Regionale
51/2011 e relativo regolamento). Abbiamo quindi segnalato il fatto
alla Provincia di Modena (vedi la raccomandata inviata – Allegato
3) che ha poi negato l’autorizzazione.
-
IL PROGETTO ODORI DEL COMUNE DI CASTELNUOVO
Nel 2017 siamo venuti a conoscenza del PROGETTO
ODORI messo in atto dal Comune di Castelnuovo Rangone. E’ noto che
nel capoluogo di questo comune sono presenti insediamenti industriali
che operano nella filiera delle carni, le cui emissioni di odori
nauseabondi costituiscono da tempo un fattore di estremo disagio per
gli abitanti. Il progetto del Comune ha l’obiettivo di monitorare
queste emissioni, anche con l’ausilio di ARPAE e dei suoi strumenti
tecnici (es. il c.d. naso elettronico), e di operare una sorta di
“moral suasion” nei confronti delle aziende, affinché adottino
misure che migliorino la situazione.
Queste ultime, dal canto loro, tengono
atteggiamenti dilatori prendendo impegni generici e accampando tutte
le motivazioni immaginabili per evitare di investire
denaro in strumentazioni tecniche
(già presenti sul mercato) che potrebbero eliminare o ridurre
drasticamente le emissioni. L’impotenza dell’Amministrazione
Comunale di fronte a queste posizioni delle aziende interessate, è
apparsa chiaramente nel convegno tenutosi a Castelnuovo il 24 marzo
2017, il quale, pur in presenza di un rapporto di Arpae che
individuava chiaramente le fonti di inquinamento, si è concluso
senza alcun impegno concreto.
Abbiamo chiesto al Sindaco Paradisi, eletto nel
2017, di essere coinvolti nella verifica del progetto, che nelle
intenzioni dell’amministrazione, dovrebbe tenersi nel corso del
2018.
In sintesi, in oltre 6 anni di attività, il
Comitato NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI, in conformità con i
suoi scopi statutari, ha svolto, nei limiti delle proprie forze, una
funzione di tutela della salute dei cittadini e della vivibilità
complessiva del territorio ispirandosi a questi principi di fondo:
-
intervenire a fronte di fatti concreti sollevati da gruppi di cittadini che vivono problemi e preoccupazioni reali come i timori per quello che si respira, quello che si mangia, per il disagio di abitare in un luogo a rischio, per la perdita di valore della propria casa, frutto dei sacrifici di una vita;
-
agire senza pregiudiziali verso le attività imprenditoriali di qualsiasi tipo, ma esigere il rispetto delle norme poste a tutela della salute dei cittadini e dell’ ambiente e l’adozione delle migliori soluzioni tecniche esistenti sul mercato per la riduzione di rischi di inquinamento;
-
affrontare i problemi, in primo luogo, attraverso il confronto con le istituzioni elette dai cittadini;
-
comunicare in modo trasparente i dettagli delle azioni intraprese e i loro risultati ;
Abbiamo purtroppo dovuto constatare che gli
amministratori pubblici, pur con sfumature diverse:
- spesso non
tengono nel dovuto conto il fatto di amministrare territori già
largamente inquinati (lo dice la
mappa della Regione che riportiamo all’allegato1, ricavata dalla
Delibera dell’Assemblea Regionale n.51/2011). Ebbene, la ricchezza
di questi territori, è in larga parte costituita dalle produzioni
agricole di pregio (lambrusco, ciliegia, aceto balsamico, frutta,
ortaggi, ecc) particolarmente sensibili alle emissioni inquinanti;
- non hanno la
lungimiranza
di coinvolgere i cittadini prima che decisioni non motivate
adeguatamente producano situazioni di allarme;
- dimostrano scarsa
conoscenza, così come i loro
funzionari, dei contenuti di leggi nazionali e regionali poste a
tutela della salute pubblica e dell’ambiente;
- quando insorge un problema, anziché
documentarsi e confrontarsi con i cittadini, spesso rilasciano
dichiarazioni incaute con l’immancabile
accusa di “sollevare polveroni”, di “creare allarmismi”
e di essere pregiudizialmente contrari ad ogni iniziativa di sviluppo
economico.
Per parte nostra, speriamo almeno di aver
creato, anche negli amministratori pubblici, un minimo di sensibilità
e di consapevolezza sul rispetto di regole che, per il ruolo a cui
sono stati eletti, dovrebbero conoscere e far applicare.
Nei casi che abbiamo seguito, infatti, abbiamo
dovuto constatare come la logica esasperata del profitto privato
porti a sottovalutare e, in alcuni casi, ad eludere le norme poste a
difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini e a non adottare
le soluzioni per la riduzione dei rischi (ad esempio: filtri,
postcombustori, torri di desolforazione, ecc..) messe a disposizione
dalla moderna tecnologia.
-
LA NECESSITA’ DI UNA REGOLAMENTAZIONE UNIFORME DELLE BIOMASSE
Nella fase attuale, il principale obiettivo di
questo Comitato è l’adozione, da parte dei singoli comuni o,
preferibilmente, nell’ambito dell’ Unione dei Comuni di TERRE DI
CASTELLI, di un regolamento
che disciplini gli insediamenti di impianti a biomasse nel rispetto
della normativa regionale, precisando altri aspetti non coperti da
questa (es. soluzioni tecniche per ridurre le emissioni inquinanti,
distanze minime dai centri abitati, sistema dei controlli sulla
provenienza delle biomasse, ecc…).Sarebbe importante anche per
dare, non solo ai cittadini, ma anche alle aziende che intendano
investire nel settore dell’energia o in altri campi, un quadro di
certezze su cosa si può fare e cosa invece no. In questo modo si
potrebbero evitare iniziative che, oltre a creare apprensione e
sacrosante proteste fra i cittadini, possono comportare, per le
aziende, investimenti al buio che poi rischiano di rimanere
improduttivi (vedi Serre di Settecani). Di seguito (Allegato 2)
potete trovare la nostra proposta di
regolamentazione, presentata a tutti
i Comuni dell’Unione Terre di Castelli.
-
segnalare a questo comitato (E-mail: comitatonoimpiantibiomassetdc@gmail.com) situazioni in cui questa esigenza sia trascurata da aziende e/o amministrazioni pubbliche, per avere consigli e/o concordare azioni comuni;
-
dare il proprio contributo in termini di attività volontaria o di sostegno economico sul CC del COMITATO NO IMPIANTI BIOMASSE TERRE DI CASTELLI avente IBAN:
IT 54 X 05034 66710 00000000 4343
Presidente: Paolo Zanotti, Castelvetro, pzanotti5@gmail.com
Vicepresidente: Claudio Scaltriti, Spilamberto, mr.scaltro@tiscali.it
Vicepresidente: Claudio Scaltriti, Spilamberto, mr.scaltro@tiscali.it
Il Comitato No Impianto a Biomasse Inalca ha sede in Via destra Guerro 63/3 - 41014 Castelvetro (MO)
Mail: info@noinceneritoreinalca.it
Codice Fiscale n° 94163630364
Nessun commento:
Posta un commento